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Quello che facciamo:

  • Raccogliamo fondi attraverso campagne di Fundraising online e offline
  • Ricostruiamo il nostro patrimonio millennario dei muri a secco
  • Puliamo i canali per salvare il territorio dal dissesto idrogeologico preservando il paese dalle frane
  • Sviluppiamo un progetto in grado di mantenere il territorio creando occupazione
  • Il vostro contributo è fondamentale per andare avanti. Per questo vi chiediamo un piccolo aiuto con una



La collina del Corniolo su 'National Geographics' del giugno 1963 Il paesaggio terrazzato delle Cinque Terre ha una storia secolare: qui le comunità locali hanno profondamente modificato gli assetti naturali dei suoli, trasformati dal sistema dei terrazzamenti che nel periodo di massima estensione si sviluppava per più mille ettari. Ancora oggi ammiriamo un’opera d’arte collettiva, unica al mondo per maestosità, frutto di un’intuizione progettuale che ha coperto oltre un millennio di storia, realizzata con maestria e in assoluta libertà (opere di queste dimensioni in antichità sono state realizzate solo da lavoratori in stato di schiavitù) dagli abitanti delle Cinque Terre. La magnificenza del paesaggio delle Cinque Terre è stato riconosciuto anche dall’UNESCO che dal 1997 le ha inserite nel “World Heritage List” dichiarandole appunto “Patrimonio mondiale dell’Umanità” con questa motivazione:

“La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un paesaggio culturale di valore eccezionale che rappresenta l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vita della società.”

L’abbandono delle pratiche agricole, avvenuto soprattutto negli ultimi cinquanta anni a causa del progressivo spopolamento dei comuni dell’area e delle mutate condizioni economiche, ha fatto sì che la natura tendesse a recuperare i propri equilibri, ricolonizzando le fasce occupate dalle coltivazioni. A questo fenomeno si accompagna il rischio del dissesto idrogeologico, aggravato dall’enorme massa di pietre con cui i muri a secco sono stati costruiti che con i loro progressivi crolli provocano frane anche molto estese. Continua»

L'anfiteatro dei giganti - ManarolaIl rischio del dissesto idrogeologico -fenomeno purtroppo diffuso su tutto il territorio ligure- assume una rilevanza straordinaria laddove i fenomeni franosi minacciano i centri abitati. Questo è appunto il caso di Manarola, dove la collina della Collora (resa famosa in tutto il mondo per ospitare il grande presepe luminoso di Mario Andreoli) un tempo completamente coltivata, versa in uno stato di degrado che peggiora progressivamente in concomitanza con l’abbandono delle coltivazioni e la conseguente mancanza di manutenzione dei muri a secco.

frana causata dall'alluvione dell'ottobre 2011 a VernazzaLa comunità di Manarola ha sentito l’esigenza impellente di costituire una “FONDAZIONE” cui scopo è la raccolta di fondi per il recupero dei terrazzamenti della vallata denominata “Anfiteatro dei Giganti“.

La finalità primaria di mitigare il rischio per l’abitato di Manarola si coniuga perfettamente con l’esigenza di salvaguardare un angolo di territorio di straordinaria bellezza ove, passeggiando sui sentieri a picco sul mare,  con un solo sguardo si può cogliere l’unicità di questo paesaggio costruito dall’uomo nei secoli e comprendere la delicatezza dell’equilibrio uomo-natura che alle Cinque Terre trova una delle sue più alte espressioni.